Benvenuti a Corte!
(clikka per il pdf del numero di novembre 2014 di Pass)
Ebbene si, cari colleghi, non ci sono più scuse.
Se la ragione per la quale ancora si desiste dal prendere in mano i libri e cominciare a studiare seriamente, si rifà all’insufficienza di spazi disponibili aperti fino a tardi e dotati di wi-fi e al sovraffollamento di quelli esistenti, grazie all’Esu di Verona non sarà più possibile utilizzare questa scusa con se stessi e con gli altri, e toccherà mettere da parte telefilm e giochini vari per iniziare a darsi latitanti agli svariati aperitivi con gli amici.
Dal 31 ottobre 2014, infatti, a seguito di una cerimonia di inaugurazione presenziata dal Ministro dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca Stefania Giannini e della benedizione del Mons. Giuseppe Zenti, vescovo di Verona, si sono aperte le porte di tre nuovissime aule studio di varia capienza, accessibili tutti i giorni festivi compresi dalle 8:00 alle 23:00 con l’Esucard, la Carta Esu per l’Università (quella che si usa in mensa), presso il complesso di Corte Maddalene, ubicato al termine di via Campofiore.
Le aule studio, situate al pianterreno di uno stabile del Duecento – ex convento di altissimo valore storico e culturale per la città -, fanno parte dell’importante progetto di riqualificazione del quartiere Veronetta e sono parte integrante della nuova residenza che l’Esu di Verona, grazie soprattutto al contributo della Regione Veneto, ha messo a disposizione degli studenti.
L’intero plesso, oggetto di un’importante opera di ristrutturazione e recupero, è funzionale oggi in tre ambiti distinti: oltre al primo, al piano terra, rappresentato dalle aule studio, da una sala civica a disposizione del quartiere e dalle ampie corti con giardino pubblico, vi è un secondo ambito, costituito dai tre piani superiori dei due corpi dello stabile. Qui trovano collocazione 116 posti letto, in stanze singole e doppie, e tre punti ristoro (uno per piano). Un terzo ambito, ad uso foresteria, è destinato invece a docenti e ricercatori italiani e stranieri, oltre che ad attività istituzionali dell’Ente.
La bellezza ed il fascino della struttura, nella cui ristrutturazione si è cercato di mantenere e valorizzare le componenti architettoniche e decorazioni originali del XIII secolo, competono quindi con l’elevata funzionalità degli spazi creati ad uso non esclusivo dei residenti ma di tutti gli studenti dell’Ateneo.
Una funzionalità che purtroppo, però, non viene completamente espressa da tutti i locali, in particolare da quelli destinati al secondo ambito, e che quindi è oggetto di lamentele da parte degli studenti cui l’alloggio è stato assegnato. La questione interessa in particolare i locali destinati ai cosiddetti punti ristoro, stanze fornite di cucina, frigoriferi e tavoli che, di fatto, dovrebbero garantire agli studenti la preparazione e la consumazione di (almeno) due pasti al giorno, vista la presenza della mensa universitaria e la qualifica di idonei beneficiari di borsa di studio (che prevede un pasto gratuito al giorno) della totalità dei residenti.
Difficile immaginare però come le ridotte dimensioni dei detti locali e del mobilio fornito possano soddisfare le esigenze dei ragazzi, in maggioranza fuori sede, costretti a dividersi in trenta i quattro fuochi, i due frigoriferi e i cinque metri quadrati scarsi forniti: immediate sono state infatti le lamentele e le iniziative intraprese, portate avanti anche grazie al sostegno dell’Udu, l’Unione degli universitari, subito mosso a sostegno dei diritti degli studenti.
Dopo un primo agguerrito approccio, la situazione sembra essersi stabilizzata all’indomani di un incontro tra gli studenti e il Direttore dell’Esu di Verona, Gabriele Verza, nel quale la pronta disponibilità di entrambe le parti ha portato al raggiungimento di un accordo che, nel doveroso rispetto di tutte le norme di legge in materia di sicurezza e di uso dei locali, si pone come compromesso accettabile e grazie al quale l’Esu si impegna a fornire agli studenti ulteriori elettrodomestici e mobili per cucinare, custodire e consumare il cibo negli spazi al pianterreno, prima pensati come spazio relax.
Un primo mese, quindi, di analisi e verifica di un progetto che, partito nel dicembre 2009, oggi restituisce alla città un pezzo di storia importantissimo, meravigliosa sintesi tra antico e moderno, funzionale (work in progress) e architettonicamente bella.
Ma il valore più grande di Corte Maddalene è quello di porsi, grazie alla sua riqualificazione e trasformazione in residenza universitaria, in una bellissima evoluzione orientata verso il futuro e verso i giovani studenti, risorsa fondamentale grazie alla quale l’Ente e la Regione saranno in grado di riqualificare un quartiere problematico e di trasformarlo come da progetto in una vera “cittadella della cultura”.
Francesca Cantone