Il singolo può fare la differenza?
L’associazione studentesca Univr for SDGS ha promosso un evento al fine di educare alla sostenibilità con la partecipazione dell’influencer Aliceful.
«Credo che non avremmo un cambiamento se le persone in primis non cambiano» dice Alice Pomiato, l’influencer da quasi quarantamila followers conosciuta su Instagram come Aliceful, che ha parlato di sostenibilità al Polo Universitario Santa Marta, lo scorso lunedì 23 maggio.
Quanto il nostro contributo può realmente influire sull’ecosistema globale? Siamo sicuri di compiere ogni giorno delle scelte consapevoli? Da due anni ormai, Alice Pomiato cerca di rispondere a queste domande e di trovare delle soluzioni concrete.
La storia di Alice
Dopo un percorso universitario di comunicazione di impresa e marketing, Alice ha iniziato a lavorare nel mondo delle agenzie pubblicitarie: «Ero diventata bravissima a vendere oggetti di cui le persone non avevano nessun bisogno».
Così Alice si rende conto che non stava ascoltando abbastanza se stessa e di voler cambiare lavoro e stile di vita. «Sono andata in Australia, mentre ero lì ho iniziato a seguire sui social diverse persone che si occupavano di sostenibilità e temi ambientali, ma una mi ha colpito in particolare. Un giorno questa influencer ha chiesto alla sua community se fosse cosciente di come le banche utilizzassero il suo denaro, così ho iniziato a pormi delle domande e mi è stato spiegato che la maggior parte degli istituti bancari utilizzano i soldi dei conti correnti, per finanziare l’industria dei combustibili fossili, degli allevamenti intensivi e di come questo processo sia ormai diventato una prassi. A seguito di tale affermazioni i giorni seguenti molte persone in Australia hanno deciso di cambiare banca».
Quest’evento ha ispirato Alice che subito si è informata e ha scoperto che in Italia nessuno si occupava di sostenibilità a livello sistemico. Ha deciso di sfruttare quindi la sua laurea in comunicazione e marketing d’impresa per trattare un tema che le sta a cuore. Oggi collabora con scuole, enti, associazioni e aziende per educare le persone ad avere uno stile di vita più sostenibile e consapevole.
Durante l’evento l’influencer ha parlato dell’Earth Overshoot Day, il giorno che indica l’esaurimento ufficiale delle risorse rinnovabili che la terra è in grado di generare nel corso di un anno. Il nostro paese, una settimana fa ha terminato tutte le risorse che sarebbero dovute bastare per un intero anno di vita e che invece sono state consumate nell’arco di pochi mesi. I nostri stili di vita non sono compatibili con la bio-capacità del pianeta. Bisogna quindi limitare i nostri impatti.
Economia e alimentazione più sostenibili
Ma di chi è la colpa della crisi climatica? Per Alice è da attribuire sia al modello economico che continuiamo a perseguire, sia al nostro modello alimentare, frutto di una produzione intensiva a livello vegetale e animale.
Per quanto riguarda l’aspetto economico, Alice cerca di mettere in dubbio il modello di economia lineare (estrai, produci, usa, getta) con il quale siamo cresciuti e che continuiamo a difendere. Questo sistema ha danneggiato il mondo e ha prodotto crisi economiche, sociali e sanitarie.
Qual è l’alternativa? Un nuovo modello politico ed economico che sia legato ai concetti di Blue Economy e Circular Economy. Bisogna mettere al centro della nostra economia una visione ecologica del pianeta e dissociare una crescita economica dalla depredazione delle risorse ambientali.
Si parla molto di Green Economy, ma per Alice questa strategia non mette in discussione il modello capitalista vigente. Spesso la Green Economy è anche causa di Green washing, un modello di comunicazione di green marketing che viene messo in pratica dalle aziende per dimostrare un impegno sociale e ambientale, che in realtà non stanno perseguendo. Molte aziende non hanno nessun interesse nel rivedere i loro processi aziendali, perciò preferiscono investire in comunicazione, attraverso campagne ambientali “di facciata”. È molto più semplice creare alterazioni minime nei prodotti venduti. «Se prima vendevi magliette solo in poliestere e ora invece le produci sempre in poliestere ma con un 10% di cotone rigenerato, non sei sostenibile comunque» spiega Alice.
Per quel che concerne invece il nostro modello alimentare, l’influencer ha illustrato i costi nascosti della carne in Italia, ovvero 37 milioni di euro. Quando ci troviamo ad acquistare al supermercato della carne a dei prezzi irrisori, significa che le aziende produttrici non pagano tutti i costi nascosti delle produzioni, sfruttando falde acquifere inquinanti e spesso non finanziando i processi sanitari necessari. Per citare solo qualche dato: il 75% delle malattie infettive che riguardano gli uomini sono di origine animale e per questo spesso siamo costretti a fare un largo uso di antibiotici, a livello preventivo, per evitare che gli animali si ammalino. Tutto questo porta i batteri a sviluppare antibiotico resistenza, causando danni anche all’uomo.
Anche per questa ragione, secondo Alice bisogna adottare un approccio one health per la nostra salute e per quella delle altre specie. A partire dall’alimentazione che può diventare esclusivamente a base vegetale.
Ma a questo punto, quale sarebbe l’impatto economico di tale scelta per tutte le aziende coinvolte nella produzione e nella vendita di carne? Secondo Alice ci sono problemi a livello lavorativo anche adesso, dovuti per esempio a tutte le produzioni bloccate o alla quantità enorme di carne ritirata dal commercio a causa di infezioni recenti, che stanno provocando danni economici alle aziende e di conseguenza ai lavoratori.
Inoltre per Alice il veganismo sta solo anticipando il futuro, dal momento che non avremo più le risorse necessarie per alimentare gli animali. Abbiamo quindi bisogno di un ministero delle politiche agricole, che ci aiuti a fare una transizione e aiuti le aziende agricole a passare ad un altro tipo di reddito agricolo senza il coinvolgimento di animali.
Ma tornando al punto di partenza, cosa può fare il singolo? A livello individuale, bisogna cercare di decostruire i nostri preconcetti e le nostri abitudini, cercando di capire come esse possono essere migliorate e adattate al tempo in cui stiamo vivendo.
Citando Ghandi, Alice conclude che “Dobbiamo essere il cambiamento che vogliamo vedere nel mondo”. Il cambiamento sistemico ha bisogno di un cambiamento personale, tutto parte da qui.
Annachiara Bartocci